Si fa franella in cabina

Giuseppe, caro.

Mi manchi, ma parecchio anche.

La primavera è nell'aria e te non ci sei.

Mi mancano le tue cravatte vichy, mi mancano i tuoi termini desueti, mi mancano i tuoi: “Uniti ce la faremo”, mi mancano i tuoi completi scuri, mi mancano le tue fossette sulle guance.

Giuseppe caro, che fai, mi passi a prendere? Vogliamo fare venerdì, che sabato non lavoro?

Mi metto una gonna, mi trucco gli occhi, faccio un bagno di tre minuti nel mio profumo e ci perdiamo nella notte, alla quale chiederemo di non fare rumore, perché solo la tua voce voglio sentire.

Giuseppe caro, qui c’è gente che si fa chiamare Presidente del Consiglio e non si presenta in televisione, ti pare romantico?

Cazzo Giuseppe, ritorna, le colline sono in fiore ed io, ed io, sto morendo di dolore (una roba così).

Mi manchi, come il prosciutto crudo quando siamo incinta.

Senza te sono incompleta.

Come la torta di ceci senza le melanzane, come la pizza senza la birra, come Tarzan senza Jane, come Cochi senza Renato.

Dai Giuseppe, tra poco riapre il CCS, si fa franella in cabina.

Fossi in te ci penserei.

Ancora tua (ma torna)

E.


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