Ti apro vestita
Giuseppe, caro.
Lo so, sono finiti i tempi della mia torbida passione per te, i tempi nei quali t’avrei appiccicato al muro ad ogni angolo di strada, i tempi nei quali avrei fatto franella con te a tutte l’ore, i tempi nei quali, anche già alla parola Comitato, ero tutta un fremito.
Ora ti vedo con gli occhi della consapevolezza, con il distacco emotivo che serve per curare i postumi di una grande passione e ti voglio dire una cosa.
Giuseppe, caro, è iniziata la scuola e non hai fatto un discorso alla nazione rivolto ai bimbi e ai ragazzi.
Ma dico, Giuseppe, caro, un cuore ce l’hai?
Mi deludi.
E digli qualcosa, boia!
Racconta loro una storia fatta di sogni e speranze, di impegno e sacrificio, di nuove opportunità.
Vestiti da super pigiamino, da unicorno o da cosa accidenti ti pare e fai un salto sulla Rai Uno, sulla quale tutti possono ascoltarti.
I blitz, se li vuoi fare, falli a casa mia, giuro che ti apro vestita, a spogliarmi poi ci pensi te.
Sia mai che ci ripensi perché, come canta Antonello, certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano.
E.
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